Articoli con tag ‘crisi economica’

La Bonissima e la festa di palazzo

C’era una volta nella città di Modena una dama molto ricca. In quei tempi la città non se la passava troppo bene a causa di una gravissima carestia. La gran parte della gente non aveva di che sfamarsi e si recava periodicamente sotto il palazzo del Podestà per gridare la propria fame, ottenendo in cambio sempre la stessa risposta: «c’è carestia non solo qui ma in ogni dove. Abbiate pazienza e tutto passerà; anzi le cose non vanno poi così male, ché avete voce ancora per gridare». Allora le persone se ne tornavano nelle loro misere casupole, cercando di farsi bastare il companatico di quelle parole di speranza.
I giorni passavano e le cose andavano sempre peggio. Anche l’ottimismo non riusciva più sfamare nessuno.
Un giorno la dama, passeggiando tra le viuzze attorno alla cattedrale, si rese conto della situazione e decise di aprire i cordoni di quella borsa che teneva celata tra le pieghe della propria veste. Per potere accontentare il maggior numero di persone chiese aiuto anche ad altri notabili della città.
Alla fine la carestia passò e la dama, che nel frattempo era stata chiamata la Bonissima, organizzò una grande festa nelle sale del proprio palazzo. Tutte le persone che a Modena contavano qualcosa, dal podestà all’ultima delle cortigiane, si fecero avanti, ma solo chi aiutò la dama nella sua opera di carità, poté entrare.
Fu chiaro così a tutti i Modenesi che si può fare festa (ed essere ottimisti) solo quando le pance sono tutte piene e si è fatto qualcosa per riempirle.

Non di solo telegiornale si vive

Mettiamo che un giorno vi alziate con la paura di perdere il posto di lavoro, o di non riuscire ad arrivare con il vostro stipendio alla famosa quarta settimana (che per molti è diventata terza), o di non riuscire a iscrivere vostro figlio all’asilo e così via. Cosa fare per combattere questa paura o meglio cosa fare per convivere con essa, dato che i soldi per una psicoterapia non li avete?

Basta accendere la TV e seguire un telegiornale, non ha tanto importanza su quale rete, visto che più o meno tutti si assomigliano: vi sentirete subito meglio perché è vero che in Italia c’è la crisi (oggi sì, qualche tempo fa non esisteva affatto), ma il Paese sta reagendo meglio di tanti altri. Certo si dovrà fare qualche piccolo sacrificio, ma già si vede la luce. Se proprio di qualcosa volete avere paura, guardate piuttosto ai problemi dell’immigrazione e della criminalità (così continuerete a seguire con entusiasmo coloro che del problema sicurezza hanno fatto la loro bandiera). Capita così che

sul piccolo schermo le notizie sull’emergenza economica sono venti volte in meno di quelle sulla criminalità. Uno strabismo mediatico tutto italiano, unico in Europa (fonte).

E se a voi immigrazione e criminalità non fanno così paura, allora sì che dovete preoccuparvi, perché avete una visione distorta della realtà, come quella giornalista che faceva le faccette … chi era? … ah sì, la Busi, che si domandava dov’è nei tg il paese reale (molto meglio la giornalista che l’ha sostituita: più bella, più giovane e soprattutto sempre con la stessa espressione, dalla quale nulla trapeli).

Se poi per sbaglio capitate, proprio così tra una pupa e un secchione, di seguire un programma sulla propaganda del Ventennio (ché di soli telegiornali non si vive), sentirete parlare di veline (no, non quelle di Striscia, anche se googlando occorre arrivare almeno all’undicesima pagina per trovare significati diversi). Le veline erano anche  i “suggerimenti” che Pavolini, ministro fascista della cultura popolare (il Minculpop) passava ai giornali  perché nascondessero tutto ciò che poteva offuscare l’immagine di un’Italia giovane, forte e vittoriosa, guidata da un duce giovane, forte e vittorioso.

Se infine vi venisse in mente di fare pericolosi paralleli, siete matti da legare: le paure non sono davvero il vostro problema principale.

Ma la letterina no, non l’avevo considerata …

Da qualche settimana vediamo in tv alcuni spot di un importante gruppo bancario italiano. Riguardano due donne che vogliono mettere su un asilo e i cervelli fuggiti all’estero, ma quello che preferisco narra di un imprenditore nel settore dell’elettronica che l’indomani dovrà chiudere i battenti dell’azienda. Non si dice il perché. Sarà la concorrenza dei mercati esteri, sarà la crisi generale, sarà che vuole dedicarsi ad altro … non ci è dato di sapere (è uno spot, mica un trattato di economia aziendale). Per continuare, dovrebbe rischiare tutti i risparmi di famiglia … Poi il colpo di scena! Mentre imprenditore e consorte stanno discutendo, compare il figlioletto che prima di coricarsi (è tardi) allunga al babbo una letterina, quasi fossimo in periodo natalizio. Il giorno dopo in azienda l’imprenditore tiene un pistolotto sul fatto che non intende rinunciare, lui c’è e se ci sono anche i collaboratori, si va avanti. Cosa ha fatto cambiare idea al nostro? Sarà intervenuto un aiuto istituzionale (in definitiva si tratta di salvare dei posti di lavoro)? Saranno entrati nuovi investitori? Nossignori: è stata la letterina, che più o meno recita così: Caro babbino, se chiudi l’azienda il papà della mia amichetta dovrà cambiare paese e io non potrò vedere lei che tanto mi piace … guarda, sono anche disposto a rinunciare al regalo di compleanno, ma non farmi questo …
Quindi, se un’impresa chiude e decine di famiglie vanno in crisi, è perché:
a) un ragazzino è andato a letto troppo presto
b) un imprenditore ha voluto fare a tutti i costi un regalo di compleanno al figlio
c) un collaboratore stava antipatico al capo e questi non aveva nessuna voglia di diventargli consuocero.
Non sono previste altre motivazioni del tipo: scelte aziendali non corrette; mancato sostegno da parte delle Istituzioni;assenza o carenza di politiche adeguate; rifiuto di credito da parte di banche, ecc.
Grazie, ora abbiamo capito un po’ di più della situazione italiana.

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