La Bonissima e la festa di palazzo
C’era una volta nella città di Modena una dama molto ricca. In quei tempi la città non se la passava troppo bene a causa di una gravissima carestia. La gran parte della gente non aveva di che sfamarsi e si recava periodicamente sotto il palazzo del Podestà per gridare la propria fame, ottenendo in cambio sempre la stessa risposta: «c’è carestia non solo qui ma in ogni dove. Abbiate pazienza e tutto passerà; anzi le cose non vanno poi così male, ché avete voce ancora per gridare». Allora le persone se ne tornavano nelle loro misere casupole, cercando di farsi bastare il companatico di quelle parole di speranza.
I giorni passavano e le cose andavano sempre peggio. Anche l’ottimismo non riusciva più sfamare nessuno.
Un giorno la dama, passeggiando tra le viuzze attorno alla cattedrale, si rese conto della situazione e decise di aprire i cordoni di quella borsa che teneva celata tra le pieghe della propria veste. Per potere accontentare il maggior numero di persone chiese aiuto anche ad altri notabili della città.
Alla fine la carestia passò e la dama, che nel frattempo era stata chiamata la Bonissima, organizzò una grande festa nelle sale del proprio palazzo. Tutte le persone che a Modena contavano qualcosa, dal podestà all’ultima delle cortigiane, si fecero avanti, ma solo chi aiutò la dama nella sua opera di carità, poté entrare.
Fu chiaro così a tutti i Modenesi che si può fare festa (ed essere ottimisti) solo quando le pance sono tutte piene e si è fatto qualcosa per riempirle.