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Sfogo di un alterato

Non so fino a che punto le parole del papa siano ascoltate dai cattolici. Quando ero più addentro le sacre cose avevo l’impressione che non lo fossero tanto (e trattavasi di papa con tutt’altro appeal). Mi sono accorto che sono piuttosto ascoltate da chi cattolico non è. Leggi ad esempio qui, dove si esprime dolore e indignazione riguardo il fatto di definire alterati i figli dei divorziati. In un discorso pronunciato di fronte ai vescovi brasiliani, il papa ha affermato che i figli si sentirebbero orfani non perché senza genitori ma per averne troppi.
Penso tutti possiamo essere d’accordo che i figli soffrano la separazione dei genitori. Ma soffrono anche e molto la conflittualità aperta o sotteranea, le guerre dei Roses interminabili, la mancanza di stima dell’un coniuge nei confronti dell’altro, i ricatti, i giochi di potere e così via. Una famiglia che rimane unita è una fortuna (e a volte ci si separa troppo in fretta, come se lo stare insieme non richiedesse un po’ di impegno). D’altra parte una famiglia allargata in cui vi sia amore e rispetto può essere un riferimento saldo per i figli.
Bene fa il papa a fare il suo mestiere; bene fa ciascuno ad ascoltare la propria coscienza.
Come alterato (per motivi diversi da quelli descritti dal papa) sono a chiedere sommessamente: più comprensione e meno strali.

Progetto di legge sulla mediazione familiare

E’ stato presentato prima dell’estate il progetto di legge nazionale Pezzotta (firmato da una cinquantina di deputati sia della maggioranza che dell’opposizione e assegnato alla II Commissione Giustizia il 14 settembre 2009) che prevede l’obbligatorietà di un’informativa da parte di un mediatore della possibilità della mediazione familiare, anche per chiarire la sua specificità rispetto alla mera conciliazione. Infatti (art. 1):
I mediatori familiari operano per ristabilire le comunicazioni fra i coniugi o conviventi al fine di pervenire a un accordo tra le parti avente per contenuto un progetto condiviso, equilibrato, concretamente realizzabile e duraturo, di organizzazione delle relazioni personali, genitoriali, nel caso di presenza di figli, e materiali, dopo la chiusura del rapporto di coniugio o di convivenza. Nella realizzazione dell’accordo di mediazione, i mediatori
familiari sono tenuti a prestare particolare attenzione e a dare priorità agli interessi e ai bisogni degli eventuali figli., essendo “il tentativo di ripresa di un dialogo interrotto fra le parti, al fine di conseguire una riorganizzazione della loro vita e di quella dei figli minori, mediante il conseguimento di un accordo, volontario, condiviso (e per questo duraturo) sugli aspetti personali (principalmente la gestione concreta della bigenitorialità) e su quelli patrimoniali.

Nell’art. 1 del progetto si offre quindi una definizione di mediazione familiare.
L’art. 2 prevede l’assoluta riservatezza del percorso di mediazione.
L’art. 3 tratta il tema della professionalità dei mediatori e stabilisce i requisiti per l’esercizio della professione.
L’art. 4 tratta dell’obbligatorietà del ricorso alla mediazione ai fini della prosecuzione del processo.
L’art. 5 infine stabilisce in maniera più netta l’obbligo di ascoltare i figli minori e le modalità di audizione (ascolto protetto e audiovideoregistrato).
Clicca qui per leggere il testo integrale del progetto di legge.

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